Videogiochi: sono un bene o un male? L’OMS ha molti dubbi in merito, contraddicendosi molto spesso durante le varie dichiarazioni. Fino a qualche anno fa, i videogiochi venivano considerati solo ed esclusivamente nocivi per la propria salute, specialmente per i più giovani, ma è realmente così? Durante la pandemia da Covid-19 sono state molte le persone che hanno ricevuto sollievo durante le lunghe giornate solitarie, specialmente con il famosissimo Animal Crossing: New Horizons. La stessa Nintendo rilasciò il gioco con l’intenzione di poter dare una mano alla popolazione non solo di un determinato paese, ma mondiale.
I dati che rilevano ciò, oltre a tutti quelli che indicano come i videogiochi possano essere un’ottimo veicolo per vari studi e aiuti sociali, non bastano a far cambiare idea alla Cina. Infatti, da un po’ di mesi a questa parte, la Cina ha inserito il coprifuoco per chi non ha superato la maggiore età. Ma questa è solo una delle tante attività intraprese contro i videogiochi.
Infatti tutto ciò non ha fatto così tanto scalpore, ma il metodo con cui viene adottato il coprifuoco sì; fino ad oggi, la Cina, si era sempre adoperata per poter portare censure un po’ ovunque all’interno del mondo videoludico. Basti pensare alla console PlayStation 5 che arrivò nel paese solo dopo mesi rispetto all’occidente o semplicemente nei dintorni. Questo perché un team specializzato, insieme al governo, dovevano controllare ogni minimo compontente della console e capirne il funzionamento.
Sono stati molti i cinesi ad essersi serviti dai famosi bagarini o venditori non autorizzati in giro per il mondo, ricevendo spesso molte fregature. Un’altra recente censura è stata apportata su Guilty Gear – Strive dove sono state tolte, silenziosamente, delle menzioni sulla storia della Cina e di ciò che è successo in vari eventi. Tutto ciò viene fatto principalmente per togliere qualsiasi dubbio sulla potenza cinese. Proprio come prevede la legge.
I’m disappointed to see that @ArcSystemWorksU @GUILTYGEAR_PR bent a knee to the CCP. #PS5Share, #GuiltyGearStrive pic.twitter.com/8KOhmtmeL6
— Nabil #BlackLivesMatter #StopAsianHate (@Neoxon619) June 30, 2021
E fin qui “tutto ok”; molti giocatori hanno protestato (ovviamente non residenti in Cina) e la questione non continuò più di tanto. La nuova decisione del governo cinese ha fatto balzare in piedi un po’ tutti, in quanto non solo istituisce un coprifuoco dalle 22:00 alle 8:00 del mattino per i minorenni, ma hanno adottato un sistema alquanto discutibile.
Videogiochi violano la provacy? In Cina sì, ma per volontà del governo
Si chiama “Midnight Patrol” e non è altro che una “Pattuglia di mezzanotte”, un software di riconoscimento facciale installato nei vari dispositivi e nelle varie piattaforme per riconoscere se chi sta giocando al videogioco sia minorenne oppure no. Se il software individua la persona come minorenne, il gioco verrà bloccato durante le ore incriminate e non solo.
A quanto pare, chi è minorenne non ha neanche libero accesso durante le ore giornaliere. Questo è per ridurre il tempo dedicato al mondo videoludico, cercando di far concentrare di più il minorenne su altri hobby o sullo studio. C’è ovviamente una spiegazione che non riguarda l’odio viscerale per i videogiochi e non è esteso a tutti i videogiochi presenti in circolazione.
La restrizione riguarda soprattutto quei giochi con contenuti espliciti o dove è possibile effettuare delle microtransazioni all’interno del gioco, causando così un sistema compulsivo che, spesso, sfocia in malattia. Sono molti i giocatori cinesi che fanno acquisti ongame e, molti di loro, risultano essere completamente sotto controllo dalla malattia. Un esempio? Nei gatcha, per lo più giochi su smartphone, una buona fetta di giocatori proviene dalla Cina.
Un evento sempre più in crescita che preoccupa non solo la Cina, ma anche moltissimi esponenti di tante parti del mondo. Per esempio dalla Tencent Games, attualmente in collaborazione con Riot Games, che ha dimostrato una piacevole accettazione di questa battaglia partita in Cina contro la dipendenza dai videogiochi.
Il software non verrà installato ovunque, ma sono già partite le prime campagne
I primi giochi ad avere implementato il famoso “Midnight Patrol” sono due: Honor of Kings e Game for Peace. C’è però una piccola postilla: il software dovrà essere sperimentato su oltre 60 giochi. I giochi che rientreranno nel progetto potranno farsi giocare, da chi è minorenne, fino a 90 minuti durante i giorni della settimana e 3 ore sabato, domenica e nelle giornate di festa nazionale.
Oltre a ciò, verranno bloccati gli acquisti ongame. In che modo? Sempre a causa della battaglia contro la dipendenza da gioco, gli adolescienti e chi si rifiuterà di sottoporsi al riconoscimento facciale, avranno un margine di spesa fissa di €25,00; per chi ha all’incirca 16/18 anni il range aumenta fino a €50,00.