Tax Credit Videogame rende i videogame dei beni d’arte; è questo ciò che ha detto, con un breve riassunto, il Ministro Dario Franceschini che nel mese di maggio 2021 ha firmato il decreto sul credito fiscale videoludico. Una grandissima notizia per chi sviluppa videogiochi in Italia, ormai sempre più numerosi. Il Ministro dei Beni Culturali, quindi, ha ufficialmente dichiarato che i videogiochi sono opere d’arte al pari del cinema e di tutto ciò che può girare attorno al mondo dello spettacolo.
“I videogiochi sono frutto dell’ingegno creativo ed è giusto che, analogamente a quanto avviene per il cinema e l’audiovisivo, possano ricevere un sostegno, se riconosciuti come opere di particolare valore culturale” ha detto Dario Franceschini durante la firma del decreto. “Si tratta di vere e proprie officine creative, che meritano ogni sostegno e possono contribuire a nuovi modi di conoscere e di apprendere” ha continuato successivamente.
Queste sono le parole che il settore videoludico italiano ha aspettato da ormai tanto, troppo tempo, e che ha fatto commuovere una discreta parte degli sviluppatori. Non hanno fatto commuovere solo le parole, ma anche ciò che questo decreto comporta e parliamo del credito d’imposta per le imprese videoludiche.
Tax Credit Videogame: come funziona?
Questo decreto ha fatto sì che venga applicato il credito fiscale del 25% a tutti quei videogiochi che verranno riconosciuti come un bene culturale. Per avere questo piccolo, grande, certificato il videogioco sarà sottoposto a vari test da parte di una commissione d’esame esterna che valuterà e deciderà il valore culturale. Non è da escludere che molti giochi, specialmente quelli più casinisti, non verranno riconosciuti come tali.
L’azienda produttrice avrà a disposizione un’aliquota pari al 25% del costo di produzione (come previsto dalla legge n.220/2016, articolo 15), con un ammontare annuo fino a 1 milione di euro. Ci sono, ovviamente, delle piccole clausole che devono essere rispettate in tutto e per tutto per far sì che il decreto si applichi all’azienda beneficiaria.
Chi beneficia di questa aliquota dovrà avere sede e residenza in Italia, essere obbligatoriamente tassato in Italia e avere un capitale sociale minimo con patrimonio netto più di €10.000 per ciascun beneficiario. C’è un altro punto fondamentale che l’azienda dovrà portare a termine, ovvero: una parte dell’importo non inferiore al credito d’imposta (il 50% del costo di produzione del videogioco) venga speso in favore dell’economia europea.
Come nasce il Tax Credit Videogame?
A questa domanda bisogna rispondere con una domanda: chi è IIDEA? IIDEA (Interactive Digital Entertainment Association, conosciuta come ex AESVI) non è altro che l’associazione che ufficialmente rappresenta al meglio il mondo videoludico in ogni sua parte, ovviamente in Italia. Grazie alla sua collaborazione con diversi enti italiani, e non solo, ha saputo dare un quadro generale sulla situazione videoludica su suolo italiano. Un esempio è l’ultimo censimento fatto in collaborazione con IDG Consulting, che ha dato risposta sulla potenzialità italiana a livello quantitativo e qualitativo.
I liberi professionisti italiani sono al pari del 18% e sono proprio le imprese videoludiche ad avere maggior risalto con un bel 73%. La restante percentuale è composta da altri enti, sempre dello stesso settore. Un censimento che ha portato buoni frutti, specialmente con il Tax Credit Videogame.
Il decreto nasce, quindi, dalla collaborazione di IIDEA con il Ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, e con il Ministro dell’Economia, Daniele Franco. In Italia, quindi, i videogame sono diventati al pari di un prodotto cinematografico, ma per l’Europa? Sul sito ufficiale del Ministero dei Beni Culturali viene riportato che la firma è stata sì fatta, ma che il decreto dovrà essere inviato alla Commissione europea per avere l’approvazione definitiva.
Nel frattempo, la Direzione generale Cinema e audiovisivo ha pubblicato un elenco dei videogiochi che possono essere valutati positivamente dalla commissione esterna esaminatrice già nominata poc’anzi. Insieme al videogioco, è possibile leggere il credito d’imposta che spetterà all’azienda beneficiaria.
Avevi mai sentito parlare di questo decreto? Pensi che sia un decreto corretto o dovrebbero esserci degli aggiustamenti?