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Linguaggio informatico: diciamolo usando l’italiano

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Gennaio 27, 2023
1
Linguaggio informatico: diciamolo usando l’italiano
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Computer, Smartphone, Hardware, Software sono diventati termini di uso comune, molto spesso si ignora il reale significato in italiano, vuoi per pigrizia vuoi per ignoranza; in altri paesi come in Francia lo stato ha “obbligato” ad usare termini francesi, vedi il recente caso Twitch a riguardo, vietando termini inglesi.

Lungi da me voler fare concorrenza all’Accademia della Crusca o a chi è laureato in lingue, lo scopo dell’articolo è semplicemente quello di fare una riflessione su quante parole inglesi esistano in campo informatico quotidianamente, non entro in merito della terminologia dei videogiochi o ci sarebbe da scrivere un papiro.

Linguaggio informatico in italiano: analizziamo alcuni termini

Computer

Come già detto, in altri paesi come la francia si usano dei termini della propria lingua per descrivere questo strumento, anche se inglese (to compute), il termine deriva dal latino “cum”, “putare”, che significa semplicemente “calcolare”.

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Quindi, colmo dell’ironia, questo termine inglese paradossalmente si sposa più con le nostre radici linguistiche che con le loro, se proprio dovessimo trovare un equivalente nell’italiano moderno sarebbe calcolatore.

Monitor

Anche questa parola spesso associata alla lingua inglese è in realtà di origine latina, in inglese vuol dire “avvisatore” che a sua volta deriva dal latino “ammonire”, “avvisare”.

Chiedendo a Google

Curiosamente anche questa parola si sposa con le radici latine dell’italiano, ma se dovessimo trovare un equivalente italiano attualmente l’unica è semplicemente “schermo”.

Smartphone

Qui cominciamo già ad andare su dei una serie di termini che sono decisamente meno imparentati con l’itailano “smart” vuol dire “intelligente” e “phone”, “telefono”, se dovessimo trovare un equivalente sarebbe “telefono intelligente” o se dovessimo creare un nelogismo italiano ad hoc intellifono.

Hardware

Letteralmente vuol dire “ferramenta”, ci si riferisce con questo termine a tutto ciò che c’è all’interno del proprio personal computer: scheda madre, scheda video, processore, disco rigido, etc., sostanzialmente allude a “ciò che è solido all’interno del computer“.

Adesso trovare un equivalente che traduca la parola è molto difficile in lingua italiano, essendo un prestito dall’inglese stesso, tuttavia un equivalente facile facile potrebbe essere banalmente “componentistica”.

Software

Questa non è traducibile perché va in analogia alla parola hardware, decretandone l’opposto “ciò che non è solido all’interno del computer“, riferendosi ai programmi, al sistema operativo e via discorrendo.

Trovare una traduzione qui risulta molto più difficile di prima perché in “software” si racchiudono diversi tipologie di elementi, dal sistema operativo ad un semplice programma come Word, ci sono diversi modi per “tradurlo”: programma, applicazione, applicativo, ma dipende, poiché ci si potrebbe riferire anche al sistema operativo.

Hacking/Hacker

Anche qui la traduzione in italiano diventa molto ostica: il dizionario di Oxford fa un esempio con “tagliare le piante nella giungla”, letteralmente potremmo tradurre il termine “to hack” con “farsi strada”, in questo caso il neologismo anglofono può anche starci, perché in italiano suonerebbe male dire “un fa-strada, ha fa-stradato il calcolatore“.

Il prestito linguistico nell’inglese stesso si riferisce proprio alla capacità di questi personaggi di riuscire a farsi strada (in senso informatico) per arrivare a penetrare in qualche server ad esempio.

Server

Questa parola che solitamente indica i computer che fanno per l’appunto da server, è anche questa di difficle traduzione, sembra che derivi addirittura dall’etrusco antico e stia alla base della stessa parola “servire”, quindi di fatto avrebbe un senso in italiano.

Molto curioso che anche questa parola di origini comunque italiche, comunque si sposi bene nel linguaggio informatico con la lingua italiana e le sue radici: di fatto un server ti serve, ti offre un servizio.

Gaming

Anche se questo termine non è strettamente legato al mondo informatico (e gli anglicismi sul linguaggio dei videogiocatori, lo lascio ai miei colleghi della sezione videogiochi), il mondo dei videogiochi è comunque legato al mondo informatico.

Banalmente qui basta dire videogiochi per i giochi e videogiocatore riferito a chi gioca, non c’è nemmeno bisogno di scomodare la Crusca.

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Floppy Disk

Anche se non più utilizzati hanno accompagnato l’informatica degli albori, per Oxford “floppy” vuol dire “cadente”, facendo l’esempio delle orecchie dei cani.

Effettivamente dire “disco cadente” non è che sia proprio un bel sentire in italiano e risulta difficile trovare una traduzione consona.

Online – Offline

“Online” vuol dire semplicemente “in linea”, “collegato”, le traduzioni possono semplicemente essere “collegato”, “scollegato”, nel caso di “logout” si può dire semplicemente “disconnesso”; anche qui non è necessario scomodare gli accademici.

Perché questo articolo sul dire il linguaggio informatico in italiano?

Può sembrare banale, ma quando un informatico (dal tecnico di quartire all’IT, all’ingegnere, etc.) deve comunicare con una persona che non è addetta ai lavori molti anglicismi o comunque l’abuso di parole straniere, può causare seri problemi di comunicazione, mettendo a rischio la “salute” di computer, telefoni e vari dispositivi.

Per farti capire: hai mai giocato in una partita multigiocatore in uno sparatutto in prima persona per la prima volta?

Hai presente quando inizi a sentire parole come “ti killo”, “ti pusho”, “tryharda” e altre terminologie a te sconosciute? Sostanzialmente è la stessa cosa per un signore di tutte le età (dai 20 ai 90) che di informatica ne capisce poco.

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Questo articolo era solo per dare uno spunto di riflessione su come il linguaggio anche a livello informatico sia importante per un’ottima comunicazione con l’utente finale: tutto qui.

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