Un libro rimasto per ottanta anni nascosto, un segreto da custodire, il “Libro Rosso” di Jung, pubblicato solo nel 2009, è un’opera d’arte, il massimo capolavoro, l’opera capitale preziosa dello psicanalista Carl Gustav Jung, in cui aveva collocato pensieri ed immagini inerenti allo studio della psiche, in particolare la sua, e dell’attività scientifica.
Realizzato tra il 1913 e il 1939, Carl Gustav Jung non volle mai pubblicarlo. E così lo custodì per anni, per poi passarlo agli eredi che lo custodirono nella banca svizzera. Solo ottanta anni dopo il libro rosso di Jung uscì dal caveau della banca svizzera e venne pubblicato, con l’approvazione della famiglia, nel 2009.
Jung nel Libro Rosso mette a nudo la sua anima, è il suo segreto, il suo scrigno, che non vuole divulgare. Colpito dalla psicanalisi fattasi, dall’introspezione, dalla complessità della sua mente, Jung era un sostenitore dei segreti, per lui non bisognava rivelare l’anima al mondo.

l libro rosso di Jung e la rottura dei rapporti con Freud
Perché questo libro fu così importante da essere d’ostacolo tra Jung e Freud? Carl Gustav Jung, definito “psichiatra, psicoanalista, antropologo, filosofo e accademico svizzero, una delle principali figure intellettuali del pensiero psicologico, psicoanalitico e filosofico”, condivideva il pensiero di Freud e fu uno dei suoi seguaci, fino a quando ebbe una crisi epistemologica che lo fece allontanare dalle teorie di Freud.
Ciò che Jung divulgò pubblicando la Libido: simboli e trasformazioni, era la concezione di applicare un’analisi analitica non solo all’individuo ma alla collettività umana. Jung sosteneva che fosse l’inconscio collettivo ad influenzare quello individuale. Con questa differenziazione concettuale i rapporti tra i due grandi psicoanalisti terminarono.
Così subito dopo, nel 1913, Jung lavorò al Libro Rosso. Iniziò a convalidare le sue teorie attraverso la sperimentazione attiva. Indagò su sé stesso, sul proprio inconscio, sulla propria anima. Quello che noi leggiamo nel Libro Rosso non è un semplice racconto psicoanalitico, ma è la psiche di Jung, il suo pensiero, il suo io, la sua anima, è Jung che si auto-esamina. È proprio per questo che alla fine dell’introspezione Jung rimase colpito da ciò che venne fuori e decise di mantenerlo segreto.
Il Libro Rosso di Jung
Il Libro Rosso o Liber Novus è un volume di ben 400 pagine e viene definito come strumento di scoperta ed analisi dell’inconscio.
Nel libro rosso non ci sono solo frasi, pensieri, studi ma tutto viene ancor di più arricchito da immagini, schizzi di Jung. Proprio per la presenza delle immagini, Jung parlerà di “immaginazione attiva”.
Si può, quindi, considerare un’esercitazione dell’immaginazione attiva, cioè dare forma ed immagine ai pensieri dell’inconscio ed espanderli alla coscienza, una scoperta delle proprie sensazioni ed emozioni.
Perché allora leggere il Libro Rosso di Jung? Perché è unico nel suo genere, perché Jung per analizzare la mente del mondo analizza la sua. È un esercizio per tutti attraverso l’immaginazione attiva. Jung stesso era sfiduciato e deluso dall’umanità e questa sfiducia influenzava il suo inconscio. Grazie a questo libro è possibile conoscere il rapporto tra realtà interiore e quella esteriore.
Curato da Shamdasani, lo storico dell’arte riporta il sunto del contenuto delle 400 pagine in un capitolo del Libro Rosso, scrivendo:
“Il Libro Rosso presenta una serie di esercizi di immaginazione attiva insieme allo sforzo compiuto dal suo autore per afferrarne il significato attraverso una rete di percorsi di ricerca fra loro interconnessi: un tentativo di conoscere se stesso e di integrare e sviluppare le varie componenti della propria personalità; un tentativo di comprendere la struttura della personalità umana in generale; un tentativo di capire la relazione dell’individuo con la realtà sociale contemporanea e la comunità dei defunti; un tentativo di cogliere gli effetti psicologici e storici del cristianesimo; un tentativo, infine, di prefigurare le linee dello sviluppo religioso in Occidente.
Intorno a questo nucleo centrale, Jung tratta nell’opera molti altri temi quali: la natura della conoscenza di sé; la natura dell’anima; le relazioni fra pensiero, sentimento e tipi psicologici; le relazioni tra mascolinità e femminilità; l’unificazione degli opposti; la solitudine; il valore della cultura e dello studio; lo status della scienza; il significato dei simboli e come essi vadano compresi; il significato della guerra; la pazzia, la follia divina e la psichiatria; come intendere oggi l’imitazione di Cristo”; la morte di Dio; il significato storico di Nietzsche; la relazione fra magia e ragione.
Il tema che permea l’intero libro resta comunque il modo in cui Jung si ravvicina alla propria anima e supera il malessere contemporaneo dell’alienazione spirituale.”