Nato nel comune di Mesagne, in Puglia, il 3 novembre del 2000, Vito Dell’Aquila conosce la sua passione per il taekwondo a soli 8 anni grazie al padre appassionato di arti marziali, lo induce così a provare lo sport perché vedeva Vito come un bambino troppo timido, che aveva bisogno di una spinta per aprirsi e conoscere nuovi amici, scelta che l’ha portato a conoscere un mondo nuovo pieno di vittorie.
Il primo approccio con il taekwondo è stato proprio nella sua città, nella palestra chiamata New Marzial di un noto maestro, Roberto Baglivo, e in cui si allenava un noto campione olimpico, Carlo Molfetta, che ha portato all’Italia la medaglia d’oro nella categoria +80 kg alle Olimpiadi di Londra 2012. Da lì la vita di Vito Dell’Aquila è cambiata e ha portato il piccolo bambino a trasformarsi pian piano in un uomo.
Nel 2014 Vito Dell’Aquila ottiene le prime vittorie vincendo i Campionati italiani e poi i Mondiali cadetti e di mostrando di avere un grande talento. A 17 anni dimostra di avere una grinta e una forza impressionante per essere così giovane, vincerà ai Mondiali Muju del 2017 la medaglia di bronzo nei 54 kg, affrontando in semifinale uno dei migliori atleti, l’iraniano Armin Hadipour.
Vito Dell’Aquila un campione che ha fatto sognare l’Italia
Si riconfermerà campione per due volte agli Europei, prima nel 2018 a Kazan vincendo un’altra medaglia di bronzo sempre nella stessa categoria dei 54 kg, e dopo nel 2019 a Bari, alzando la difficoltà e vincendo l’oro nella categoria dei 58 kg, la stessa per cui ha gareggiato a Tokyo il 24 luglio. Vito Dell’Aquila ha portato il primo oro delle Olimpiadi per l’Italia battendo nella semifinale l’argentino Lucas Guzman per 29-10 e in finale il tunisino Mohamed Khalil Jendoubi.
Con una rimonta degli ultimi secondi Vito Dell’Aquila è riuscito a prendersi la medaglia, in effetti sembravano dei round destinati a portare l’atleta all’argento, il primo round aveva visto Jendoubi in vantaggio 5-2 e il secondo round si era concluso 9-8, la bravura del taekwondoka si è vista negli ultimi 40 secondi, poiché in poco tempo è riuscito a chiudere l’incontro con un risultato di 16-12.
Vito Dell’Aquila voleva a tutti i costi vincere quella medaglia, tanto da aver aderito alla campagna di vaccinazione promossa dal presidente del Coni, Malagò. Una medaglia che doveva vincere anche per il nonno, venuto a mancare da poco, e a cui ha dedicato la vittoria, ricordandolo in queste parole:
“Questo oro è dedicato a mio nonno, che non c’è più da un mese e stasera mi guardava da lassù: ero certo che avrei vinto”.
Vito Dell’Aquila: omaggi e curiosità
Vito Dell’Aquila è il campione della sua città che gli ha reso omaggio. In visita a Mesagne il Presidente della Federazione italiana taekwondo, Angelo Cito, ha detto:
“La vittoria di Vito ha un sapore speciale. Primo perché è stata la prima vittoria che l’Italia ha conquistato in questi giochi olimpici. Poi perché Vito rappresenta la nuova generazione: è il primo atleta a vincere la medaglia d’oro dell’anno 2000 e questa è veramente una speranza per un anno che ha sacrificato tutti, ricominciare con successo vincendo una medaglia d’oro”.
Un grande esempio Vito Dell’Aquila non solo per lo sport ma anche per le nuove generazioni, con un sogno nel cassetto, quello di diventare giornalista, un modo per poter comunicare con gli altri e ovviamente scrivere della sua passione più grande, il taekwondo, perché a sua detta se no parla troppo poco in Italia. Per ora nel suo futuro, come ha raccontato al Gazzettino di Brindisi, vede l’unico obiettivo che è quello di iscriversi alla Facoltà di Scienza della Comunicazione a Roma.
Un giovane ragazzo che ha già realizzato uno dei suoi più grandi sogni e con tanti altri nel cassetto, anche i tuoi sogni sono concentrati su uno sport?