Activision Blizzard è l’azienda conosciuta per giochi come Call of Duty, Overwatch e tanti altri titoli attualmente giocati da milioni di utenti. Nonostante la fama dei suoi prodotti, Activision Blizzard riceve una batosta così grande da ricevere problemi non solo con vari dipendenti, ma anche con i finanziatori. L’azienda si blocca, le produzioni rallentano e i dipendenti scioperano per avere maggiori diritti e un luogo di lavoro più sicuro e tranquillo.
Perché è proprio di questo che si tratta; il DFEH (Department of Fair Employment and Housing) della California ha accusato Activision Blizzard di aver istigato il suicidio di una dipendente, di aver fatto molestie sessuali e discriminazione di genere, di aver violato la privacy dei propri lavoratori e di aver fatto fare dichiarazioni coercitive agli sviluppatori.
“Il management di Activision Blizzard sta usando tattiche coercitive per tentare di impedire ai suoi dipendenti di esercitare i loro diritti di unione sindacale e chiedere un posto di lavoro più equo, sostenibile e diversificato. È loro diritto come lavoratori organizzarsi per un ambiente di lavoro libero da abusi, discriminazione e molestie sessuali, e questo diritto è protetto dalla legge federale sul lavoro” viene scritto in una nota del 10 settembre dal Communications Workers of America (CWA).
Atti gravissimi che hanno portato una serie di indagini e tutte, nessuna esclusa, ha portato a niente di buono. Anzi, il vaso di Pandora scoperchiato è talmente grande che nonostante l’azienda provi a mettere delle pezze, non fa altro che peggiorare la situazione. Ripercorriamo insieme questa triste vicenda, nella speranza che eventi del genere non capitino più.
Activision Blizzard e la prima accusa
A smuovere il DFEH è stato proprio il caso della dipendente suicida: cosa ha portato la donna a un’azione così drastica? A quanto si evince dai documenti rilasciati dall’accusa, la dipendente aveva una relazione extraconiugale con un supervisore all’interno di Activision Blizzard, divenuta col tempo un bersaglio facile per molestie sessuali. Non solo da parte del supervisore, ma anche di colleghi parigrado dopo aver divulgato sue foto di nudo durante una festa aziendale.
Le indagini non sono tardate ad arrivare, scoprendo più di quanto il DFEH potesse immaginare. L’ambiente di lavoro all’interno della struttura non è solo tossico, ma estremamente nocivo per chi lavora all’interno. Prime fra tutte le donne, che vengono sottoposte a pressioni psicologiche sessuali per poter avanzare di grado o anche solo per avere un po’ di dignità. Dignità che, ovviamente, non riescono ad avere in Activision Blizzard.
Tralasciando che le lavoratrici costituiscono il 20% del personale, si arriva anche alle discriminazioni non solo di genere, ma seguite da atti transfobici. Donne trans che vengono chiamate col proprio deathname (nome dato alla nascita dai genitori), atti di bullismo e situazioni all’inverosimile. Tutte loro, da quanto costatato dal DFEH, ricevono sin dall’inizio una busta paga molto inferiore rispetto a quella dell’uomo, ma non solo. Viene dichiarato che è più facile licenziare una donna che un uomo, specialmente se questa entra in maternità.
Dipendenti ubriachi sul posto di lavoro: perché no? Tanto ci pensano le donne
Questo pensiero non è solo un titolo di un paragrafo, ma è proprio ciò che molti dipendenti pensavano durante l’orario lavorativo. Molti si ubriacavano dando la responsabilità del proprio lavoro a molte donne, prendendosi poi il merito. Non solo alcool, ma alcuni di loro preferivano giocare ai videogiochi che a svilupparli.
Non solo donne, ovviamente, perché a quanto pare il salario è misero (seppur più alto rispetto alla donna) un po’ per tutti e sono stati molti gli sviluppatori che hanno abbandonato la propria famiglia o che non riescono ad arrivare a fine mese. Altri, invece, cercano di fare straordinari su straordinari per potersi permettere anche solo la parola “famiglia”.
Se pensi che tutti loro potevano benissimo segnalare già da prima queste situazioni, ti sbagli di grosso; Activision Blizzard avrebbe preso in considerazione delle punizioni severe per chi avesse mai parlato. Ogni situazione avversa doveva essere discussa prima all’interno dell’azienda, con i vertici a prendere le ultime decisioni e puoi ben immaginare il clima di terrore che aleggiava nell’aria. Per fortuna, però, molti sviluppatori hanno detto basta e più di 1.000 dipendenti hanno scioperato. Activision Blizzard non ha rifiutato loro questa opportunità, con una piccola clausola: chi avrebbe partecipato allo sciopero non avrebbe ricevuto lo stipendio.
Questo poco è importato agli sviluppatori che, grazie a questo gesto, hanno smosso l’opinione pubblica. Molti sponsor hanno detto addio all’azienda e ben presto viene presa una decisione importante: quella di rimuovere il nome di alcuni ex-dipendenti dai vari titoli Activision Blizzard implicati nello scandalo. Il CEO, quindi, promette ben 5 cambiamenti:
- Un sistema di supporto per tutti i dipendenti;
- Sessioni di ascolto per monitorare il benessere degli impiegati;
- Un’immediata verifica dei comportamenti dei vari manager e leader;
- Controlli più mirati sulle pratiche di assunzioni e promozioni;
- Cambiamento dei vari nomi, come Alex Afrasiabi.
Una volta uscita questa lista, appare la testimonianza di una ragazza che ha provato a fare un colloquio con l’azienda, ricevendo durante l’evento non domande sulla sua professione e specializzazione (cyber-security), ma domande a sfondo sessuale.
Allen Brack si dimette e Fran Townsend blocca Activision Blizzard su Twitter
A seguito di quanto dichiarato, J.Allen Brack si dimette e tutto ciò non piace a Fran Townsend, ex assistente del presidente per la sicurezza interna e l’antiterrorismo di Bush quando era in carica come Presidente. Adesso dipendente di Activision Blizzard, manda una mail a tutto il personale definendoli tutti “senza merito” e “senza spina dorsale”. Non solo il personale dell’azienda, ma nel mirino della donna ci sono stati anche giornalisti e i vari sviluppatori in sciopero.
Tutto ciò aggrava la situazione drammatica dell’azienda, che riceve nuove dichiarazioni sulla “Cosby Suite” di Alex Afrasiabi pubblicamente e l’abbandono del director di Diablo 4. Sei curioso di sapere cosa sia la “Cosby Suite”? Conosci l’attore Bill Cosby? Accusato di stupro e molestie sessuali, conosciuto per la serie televisiva “I Robinson”. A quanto pare, l’atteggiamento dell’attore piaceva così tanto ad Alex Afrasiabi che lo prese come esempio, prendendo questa stanza durante i vari BlizzCon e facendola denominare in quel modo dai colleghi. Il motivo è molto semplice: ci portava le dipendenti finite nel suo mirino per molestarle.
Dopo tutti questi eventi shock, l’azienda decide che è arrivato il momento di dare il buon esempio, con Bobby Kotick che nomina Jen Oneal e Mike Ybarra rispettivamente: co-leader. Una donna ai vertici ha dato un po’ di respiro, ma ciò non è bastato. Navigando più a fondo sulla storia di Activision Blizzard, il DFEH ha trovato prove che l’azienda avrebbe distrutto prove compromettenti. Tutto ciò viene negato, ma la negazione non sta portando altro che guai in quanto il giudice, dopo aver richiesto spiegazioni, non sta trovando molto su cui dar ragione agli accusati.
Anche perché, con tutte queste accuse, diventa un precedente legale per tutti gli Stati Uniti.
The California state government filed an update to the lawsuit against Activision Blizzard claiming the company’s HR “shredded” documents relating to their investigation and are not complying with requests. The lawsuit also has been expanded to cover temp-workers’ experiences. pic.twitter.com/Ujsz8OYPiR
— CharlieIntel (@charlieINTEL) August 24, 2021